lunedì 21 maggio 2012

Desiderio, fedeltà, lealtà: il trio impossibile

Traduco e riporto, dal blog Eros del quotidiano spagnolo El País, una parte del post di oggi, che mi pare interessante e che mi permette di abbordare con voi l’eterno e irrisolto tema della fedeltà, abbinato però ad altri due pilastri della coppia: desiderio e lealtà. Vediamo che ne pensa Venus O’Hara* e poi che cominci il dibattito.

(...) Ovviamente l’ideale sarebbe innamorarsi della tua metà e vivere felici per sempre come in una favola, però la realtà è spesso diversa. La fedeltà sembra basarsi sull’idea che è possibile desiderare la stessa persona non solo per una notte ma per il resto della vita. Però è davvero possibile? (...)
La pressione per mantenere la propria relazione sessuale si moltiplica quando esistono responsabilità finanziarie e familiari. Quando l’entusiasmo sessuale si è raffreddato e l’ipoteca e l’educazione dei figli cominciano a far da padroni nei pensieri di ogni giorno, sembra che la relazione si converta in un’attività di cui il partner è socio. In questo caso, è possibile continuare ad essere leale all’impegno preso se ti capita di condividere un momento di passione con un’altra persona?
Una mia conoscente, che mantiene un livello di vita invidiabile con suo marito, casa con piscina e due figli piccoli, viaggia per lavoro, mentre suo marito lavora in casa, occupandosi così dei figli mentre lei è fuori. Ogni volta che viaggia è infedele e, secondo lei, lo fa per liberarsi di tutte le responsabilità di madre, sposa e lavoratrice. Ha stabilito una rete di amanti nelle città che frequenta di più e a volte ammette di provare sensi di colpa. Le ho chiesto se aveva mai preso in considerazione la possibilità che anche suo marito fosse infedele. Era convinta che lui non farebbe mai una cosa simile. Nonostante ciò, poco tempo fa, si è accorta che aveva preso soldi dal conto comune per pagare una escort. Dopo una piccola crisi matrimoniale, hanno deciso che disfarsi del matrimonio non aveva senso, giacché l’attività di genitori e la loro convivenza funzionavano.
Fortunatamente, conosco anche casi - per quanto pochi - di coppie che sono riuscite a mantenere nelle loro relazioni desiderio, fedeltà e lealtà. Mi ricordo di un cliente tedesco - era l’epoca in cui lavoravo per un’agenzia immobiliare - che aveva 50 anni ed era felicemente sposato. Durante un pranzo chiamò sua moglie e, parlando con lei, sembrava un quindicenne innamorato. Non potei evitare di farglielo notare e lui mi raccontò che continuava a desiderare la moglie come il primo giorno e si augurava che i figli se ne andassero di casa dopo qualche mese per studiare fuori così da avere sua moglie tutta per lui. Sognava di poter fare l’amore in ogni parte della casa e vedere film porno con lei in soggiorno senza aver paura di essere scoperti dai figli.
È ovvio che l’infedeltà fa male, però ancora non so se è davvero possibile mantenere desiderio, fedeltà e lealtà in una relazione. Il desiderio ci fa sentire vivi, mentre la fedeltà ci offre una vita tranquilla. La lealtà è qualcosa che si può mantenere anche quando la nostra testa è in un altro posto. È tuttavia possibile far durare nel tempo tutte e tre le cose in una relazione?
Sembra che, per non farci del male, preferiamo non sapere...

[* Venus O’Hara, è un’inglese d’origine irlandese. Modella fetish, attrice e scrittrice. Laureata in Scienze Politiche e in Francese, vive a Barcellona, è stata collaboratrice su tematiche sessuali per varie riviste, ha un blog sul feticismo e ha creato “No sabes con quien duermes” (Non sai con chi dormi), un confessionale per persone che conducono una doppia vita.]


Ecco il mio punto di vista. Il caso del cinquantenne tedesco è, per lo meno secondo la mia esperienza, molto raro. Dubito fortemente che esistano molti esempi come il suo, dove sembra che i tre pilastri della coppia stiano perfettamente in piedi anche dopo che è passato molto tempo dall’inizio della relazione.
Il desiderio è, per me, qualcosa di multiforme, mutevole nel tempo, e il suo oggetto costantemente variabile. Così come accende la passione per una persona e per il suo corpo, allo stesso modo può spegnerla. Può risvegliarsi per più persone allo stesso tempo o può celarsi dietro altre manifestazioni non necessariamente sessuali (o che dissimulano la sessualità, come in certi casi l’amicizia, la vicinanza, l’affetto). In ogni caso, mi pare davvero difficile che il desiderio possa essere coltivato nella routine che si installa in una coppia di stampo classico, nella quale entrambi concedono l’“esclusiva” della propria sessualità al partner. Perché il desiderio è voglia di scoprire, di esplorare qualcosa di nuovo, di apprendere e crescere sessualmente grazie ad un’altra persona, un altro corpo che non sia il nostro. Quando sembra che questa persona ci abbia già dato tutto quello che poteva, e noi a lei, cosa rimane del desiderio che provavamo all’inizio?
La fedeltà, poi, semplicemente non esiste. È una di quelle chimere che ci siamo inventati per il terrore che ci assale ogni volta che pensiamo che in questo mondo siamo, fondamentalmente, soli. Il poter controllare un’altra persona, assicurarci che dedica le sue cure più amorevoli solo a noi, ci dà una forza e una stabilità altrimenti difficili da conquistare. Ed è così che per paura, l’uomo, animale dotato di ragione, è riuscito a dimenticarsi la sua vera natura. Con la ragione possiamo autoimporci la fedeltà ed essere effettivamente fedeli, così da esigere a nostra volta la fedeltà dell’altro. Ma con il corpo siamo potenzialmente sempre infedeli. “Quello me lo scoperei”: questa idea anche solo pensata osservando un bel ragazzo passarci a fianco per strada, è il segno evidente che l’essere umano non è fatto per essere fedele. Perché, pur rinnegando il suo lato istintivo, rimane pur sempre un animale. Insomma, se per fedeltà intendiamo l’esclusività sessuale, questa mi pare pura ipocrisia. Ripeto, possiamo imporla (possibilmente dopo essercela imposta, e non prima), ma resta una norma astratta che si rispetta (almeno apparentemente) solo perché così fanno (o dicono di fare) tutti. Quando un ragazzo mi dice: “Io credo in determinati valori come la fedeltà,...”, tendo a fuggire a gambe levate.
La lealtà, invece, è per me probabilmente l’unico fattore che davvero si può preservare sempre in una coppia, e ciò persino quando due persone si lasciano. Lealtà per me è soprattutto essere onesti e sinceri, rispettare la persona che amiamo e che ci ama ed evitare a tutti i costi di fargli del male. Se scopare fuori dalla coppia non è di per sé una mancanza di lealtà (molto dipende da come lo si vive), le cose cambiano se quest’avventura implica un coinvolgimento anche sentimentale ed affettivo di un certo peso. Se, insomma, stiamo togliendo qualcosa d’importante e di centrale alla nostra coppia (l’affettività, l’amore) e corriamo il rischio di danneggiare concretamente la persona con cui stiamo, il patto di lealtà (non di fedeltà) che abbiamo con lei, dovrebbe portarci a chiarire la situazione e a stabilire in che punto della nostra storia ci troviamo. Lo stesso si dovrebbe fare (idealmente, lo so; poi è difficile da mettere in pratica) quando viene a mancare il desiderio: la lealtà (non la fedeltà) dovrebbe guidarci e aiutarci a chiarire.
Per concludere, direi che dei tre pilastri della coppia, solo uno mi sembra poter sopravvivere all’usura del tempo, alle tempeste ormonali, ai terremoti sentimentali a cui siamo, per natura, costantemente sottoposti. Ed è per questo che, alla fine, se pretendiamo di fondare una coppia su queste basi, stiamo in realtà ragionando su un equivoco: una coppia siffatta, dove il desiderio rimane vivo e uguale a sé stesso nel tempo (“l’amo come fosse il primo giorno”), la fedeltà è incrollabile (“non toccherei mai nessun altro e sono certo che anche il mio compagno si comporta così”) e la lealtà a prova di bomba (“non gli farei mai del male, per nessun motivo”) è (quasi) impossibile. Smentitemi, se potete, ma sono fortemente convinto che la stragrande maggioranza delle coppie funziona (o non funziona) proprio così. La mia è da poco naufragata per il venir meno del desiderio, mentre la fedeltà non si praticava (ma era argomento quasi tabù) e la lealtà era fuori discussione.
Non sarebbe meglio allora inventarsi qualcos’altro?

5 commenti:

  1. la fedeltà è una delle tante invenzioni dei poteri forti. Il desiderio è in ognuno di noi, sfaccettato in tutte le direzioni possibili, intessute nel bene e nel male. La lealtà trovo che sia rara come la vera amicizia, trovarla equivale a una botta di culo notevole

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    1. Sono d'accordo. Se non sono indiscreto, tu come sei messa concretamente su quei tre punti? Come agisci nella tua vita quando t'innamori di qualcuno?

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  2. Innaturale, la fedeltà come la monogamia sono questioni oserei dire, tribali, "inventate" quando non c'erano sistemi scientifici per stabilire che i figli fossero davvero di quegli uomini e donne che costituivano il nucleo familiare. Nel mondo animale ad esempio non esiste una struttura simile al matrimonio, e l'incesto è la regola. E come ho scritto diversi mesi fa da me la lealtà non ha niente a che fare con la fedeltà che io ritengo sia una cosa molto stupida, quando diventa imposizione.

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    1. Posso chiederti come costruisci tu la coppia quando t'innamori di qualcuno? Visto che quei tre pilastri insieme non funzionano, vuoi perché ne rigettiamo uno (la fedeltà) vuoi perché, come ha scritto fabrax, non tutti sono leali. Tu come risolvi la cosa quando si tratta di coppia?

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